L’olio extravergine d’oliva, non solo componente nutritivo fondamentale, ma indispensabile protettivo della pelle
Fin dai tempi più remoti, l'olio d'oliva è stato utilizzato come cosmetico e protettore della pelle.

I grassi sono indispensabili alla vita non solo come fonte di energia, ma anche per il loro ruolo strutturale nella pelle, nella retina, nel sistema nervoso, nelle lipoproteine e nelle membrane biologiche. Sono i precursori di molti ormoni e costituiscono il mezzo per l’assorbimento delle vitamine liposolubili. I nutrizionisti raccomandano un apporto lipidico equilibrato, corrispondente a una quantità totale di grassi pari al 25%-30% delle calorie totali, con un rapporto bilanciato in acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi. Pertanto, l’olio d’oliva, con la sua composizione equilibrata di acidi grassi, ha un elevato valore nutrizionale. Inoltre, l’olio extravergine di oliva ha un importante valore legato al potere antiossidante dei componenti minori.

L’olio extravergine di oliva contiene dal 98% al 99% di trigliceridi e dall’1% al 2% di -componenti minori-.
I -componenti minori- sono i composti fenolici, i carotenoidi, la clorofilla e altri. I fattori che influenzano la composizione dell’olio di oliva, soprattutto per quanto riguarda i suoi -componenti minori-, sono la cultivar, la zona di produzione, l’epoca di raccolta e il grado di tecnologia utilizzato nella produzione.

Il rapporto migliore tra trigliceridi e -componenti minori- si trova nell’olio di oliva, mentre non si può dire lo stesso per gli altri oli vegetali, ad eccezione degli oli di lino e di soia. Va inoltre ricordato che la Δ-6-desaturasi (enzima chiave nella sintesi degli acidi grassi polinsaturi a lunga catena) può essere inibita dall’azione perossidativa dei radicali liberi dell’ossigeno, con particolare limitazione della formazione dell’acido diomo-γ-linolenico (20:3 ω-6), che ha un’importante attività protettiva sulla pelle, soprattutto verso la dermatite atopica.

Durante la normale produzione di energia, l’organismo forma radicali liberi dell’ossigeno che possono essere pericolosi, in particolare il radicale idrossile (OH-). Se i radicali liberi prodotti non vengono neutralizzati, possono danneggiare alcune macromolecole come l’acido desossiribonucleico (DNA), le proteine e soprattutto gli acidi grassi polinsaturi componenti dei fosfolipidi delle membrane biologiche e delle lipoproteine, causando danni anche gravi e irreversibili.

L’organismo si difende dal danno perossidativo con gli antiossidanti, alcuni dei quali sono presenti in natura (ad esempio, alcuni enzimi, l’α-1-antitripsina, l’acido urico e la ferritina) e altri sotto forma di alimenti (tocoferoli, carotenoidi e polifenoli). In caso di squilibrio tra fattori pro-ossidanti e antiossidanti, l’organismo subisce uno stress ossidativo, che provoca trasformazioni della funzione cellulare che, se totalmente compromessa, può causare la morte cellulare.

I polinsaturi, pur essendo indispensabili, costituiscono un bersaglio per i radicali liberi dell’ossigeno. L’assunzione di polinsaturi è necessaria, ma non in quantità elevate (solo il 6%-8% delle calorie da grassi -il 2%-3% dell’apporto calorico totale-). Allo stesso tempo, il consumo di acidi grassi saturi deve essere moderato (circa la stessa quantità di polinsaturi, con un rapporto di 1:1). I saturi aumentano i livelli plasmatici di colesterolo e agiscono come “promotori” di alcune forme tumorali (colon, seno, utero e prostata). I nutrizionisti raccomandano un apporto lipidico equilibrato, corrispondente a una quantità totale di grassi pari al 25% – 30% delle calorie totali.

La composizione acidica equilibrata dell’olio d’oliva gli conferisce un valore elevato, con un rapporto equilibrato tra le due serie, ma l’olio extravergine di oliva ha un valore ben più importante legato al potere antiossidante dei -componenti minori-.

L’olio extravergine di oliva contiene circa 150-200 mg/kg di α-tocoferolo con un rapporto ottimale E/acidi grassi polinsaturi (milligrammi di vitamina E per grammo di polinsaturi). Questo rapporto, che non dovrebbe mai essere inferiore a 0,5, non si trova quasi mai negli oli di semi, ma nell’olio extravergine è di 1,5-2. Negli oli di semi, i tocoferoli presenti sono principalmente di tipo β, γ e δ, scarsamente utilizzati dall’organismo.

Anti-aging

La teoria più accreditata per spiegare l’invecchiamento è la perossidazione dei radicali liberi. Oltre a modificare la replicazione del DNA, i radicali liberi dell’ossigeno causano danni progressivi alle membrane biologiche e agli organelli subcellulari, compromettendone la funzionalità.
Con l’invecchiamento, la sensibilità delle membrane biologiche ai fenomeni perossidativi aumenta con una progressiva perdita di funzionalità, con un aumento dell’attività dell’enzima fosfolipasi A2, che idrolizza i fosfolipidi liberando acido arachidonico. Questo, per azione di

Usi topici dell’olio extravergine d’oliva

Un altro aspetto considerevole dell’olio extravergine di oliva è il suo impiego in creme cosmetiche e dermo-protettive. La somiglianza della composizione dell’olio extravergine con il sebo, data dall’alto contenuto di squalene, dal contenuto di β-sitosterolo, dall’ottimo contenuto di acidi grassi (presenza di acido oleico, che agisce come ammorbidente della pelle) e dalla ricchezza di sostanze antiossidanti, lo rende particolarmente capace di proteggere la pelle. Se applicato sulla pelle dopo l’esposizione al sole, l’olio d’oliva ha un effetto inibitorio sul cancro indotto dal sole.

Protezione della pelle

Fin dai tempi più remoti, l’olio d’oliva è stato utilizzato come cosmetico e protettore della pelle. Gli antichi Egizi lo usavano per fare creme e profumi e si dice che la prima crema antirughe sia stata inventata da Cleopatra. Sembra che usasse l’olio d’oliva mescolato con latte, incenso e bacche di ginepro, diffondendo la sua fama come ingrediente base per i prodotti di bellezza. I Romani lo usavano per ungere il corpo dopo il bagno per mantenere la pelle elastica, e questa credenza è sopravvissuta fino ad oggi con l’uso diffuso dell’olio d’oliva.
Sono molte le applicazioni dell’olio extravergine di oliva in dermatologia. L’uso topico dell’olio extravergine è stato raccomandato per la dermatite seborroica, le ustioni della pelle. Inoltre, è stato raccomandato per l’acne, orticaria, impetigine, alopecia areata e tinea capitis. Inoltre, c’è una forte raccomandazione per l’uso topico dell’olio d’oliva per la capacità nel promuovere la guarigione di ferite croniche, ulcere diabetiche, ustioni di secondo grado e dermatite da pannolino, ferite da interventi chirurgici sino-nasali, ferite da episiotomia, cicatrici e strie. Lo squalene dell’olio d’oliva è suggerito nel trattamento della pelle irritata o sensibile. Ha inoltre dimostrato di attenuare i segni e le patologie dell’invecchiamento indotte dallo stress e migliorare la funzione di barriera cutanea di pazienti affetti da xerosi senile. L’olio extravergine d’oliva è stato anche suggerito nella prevenzione delle ulcere da pressione. In qualità di antiossidante, l’olio extravergine di oliva ha effetti protettivi contro lo stress ossidativo delle cellule epiteliali umane. Inoltre, uno studio ha dimostrato che la medicazione con olio d’oliva può aiutare a prevenire le piaghe da decubito.

L’olio d’oliva, utilizzato fin dal 4000 a.C. dalle popolazioni mediterranee come alimento, farmaco e cosmetico, è stato oggetto negli ultimi decenni di numerosi studi epidemiologici, clinici e sperimentali che ne hanno confermato l’azione protettiva e dimostrato come l’intuizione delle antiche popolazioni mediterranee abbia oggi anche un riscontro scientifico.

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